Rapporto
descrittivo sulle metodologie multicriteriali
Indice
1.
Introduzione
2.
L'analisi
multicriteri: generalità
3. Caratteristiche essenziali dell'analisi
multicriteri
4. Dalla "scelta ottima" alla "scelta
giustificata"
5.
Gli elementi
fondamentali e i metodi dell'analisi multicriteri
6.
L'insieme
delle azioni
7.
Modellizzazione
delle preferenze
8.
I
criteri di valutazione ed altri concetti fondamentali
9.
Bibliografia
1.- Introduzione
L'attività di decision making comprende tutte quelle
metodologie valutative che il policy
maker ha a sua disposizione nell'attività di selezione di progetti di
natura pubblica, nei quali intervengono problematiche di più ampio respiro che
hanno rapporti non solo con l'attività strettamente connessa alla realizzazione
dei progetti stessi e alle loro dirette conseguenze economiche, ma anche con
tutto un intero contesto economico-sociale (a livello locale o sovralocale).
Appartengono a
questa classe una serie di metodologie che hanno avuto una loro evoluzione ed
una loro storia nell'ambito della più generale evoluzione dei sistemi di
supporto alle decisioni (decision-making
aid). Di tali metodologie quella più classica e - si può dire - più diffusa
é la cosiddetta analisi costi-benefici.
I limiti e le
critiche a cui nel corso degli anni è stata soggetta l'analisi costi-benefici e
che tendono ad inficiare un approccio basato sulla ricerca della
"soluzione ottima", hanno fatto sviluppare una nuova metodologia di
supporto alle decisioni denominata analisi
multicriteri, con la quale si vuole che vengano messi a disposizione,
sistematicamente e senza distorsioni o omissioni, tutti i dati, tutte le
conseguenze e tutte le prospettive di un dato comportamento o azione, nel
rispetto e nel soddisfacimento di certi criteri prestabiliti.
In base a tale
metodologia, non si avrà una specifica e unica soluzione ("la"
soluzione), ma si saprà con un certo grado di sicurezza che dati comportamenti
porteranno razionalmente a certi esiti. Inoltre, la valutazione di tali
comportamenti avverrà secondo molteplici
criteri che tengano conto dei diversi aspetti del problema e dei vari punti
di vista o dell'intero sistema di valori cui si ispira il decisore. Si passa,
pertanto, da un'analisi di tipo monodimensionale
ad un'analisi di tipo multidimensionale.
Scopo del presente contributo è quello di delineare una
nuova metodologia di analisi che possono essere implementata nella Valutazione
delle idee imprenditoriali. Questa metodologia permette il raggiungimento di
risultati sia analiticamente sia descrittivamente migliori, sia pur
necessitando, in misura maggiore, di risorse informatiche. L’analisi
multicriteri trova il suo fondamento, come si vedrà meglio in seguito, in un
diverso concetto di razionalità economica,. Si cerca nel presente contributo di
dare un quadro generale di questa metodologia ed in particolare di far vedere
il possibile utilizzo a problematiche valutazione di idee imprenditoriali.
2.- L'analisi multicriteri: generalità
Fino alla seconda guerra mondiale la
pianificazione territoriale poteva contare solamente sulla trade off analisys.
Dopo la seconda guerra mondiale è stata l'analisi costi benefici ad acquistare
una sempre maggiore popolarità. L' analisi costi benefici ha cominciato, però,
a manifestare i limiti propri di un metodo di tipo finanziario e monetario,
quando le grandezze che devono essere valutate, non potevano essere espresse in termini esclusivamente monetari.
Per questo motivo, a partire dagli anni settanta, si sono sviluppati i metodi
di analisi multicriteriale (Roy, Guigou, Jacquet-Lagrèze). Soprattutto la
tecnica definita Electre o tecnica delle concordanze ha cominciato ad essere
diffusa come strumento di pianificazione.
I seguenti motivi danno ragione della crescente
influenza dei metodi multicriteriali in confronto ai metodi di valutazione
classici:
- Impossibilità di includere effetti intangibili
e/o incommensurabili nelle tecniche di valutazione convenzionali.
- La natura conflittuale dei moderni problemi di
pianificazione, cosicché la scelta finale, influenzata da varie agenzie
decisionali generalmente di tipo multi level.
- Il passaggio dal convenzionale one shot decision
taking a procedure di decision making istituzionale, in cui molti aspetti di
natura politica giocano un ruolo preponderante.
- Il desiderio nella analisi delle decisioni
pubbliche di non trovarsi di fronte ad una sola soluzione forzata, ma di avere
davanti un ampio spettro di possibilità.
Questi sono i motivi che giustificano la crescente
popolarità dell' analisi multicriteriale. Le seguenti distinzioni ci permettono
di chiarire meglio il contenuto e gli scopi dei differenti metodi di analisi
multicriteriale.
1) Metodi discreti contro metodi continui
I metodi discreti di valutazione focalizzano
l'attenzione su un insieme finito (conosciuto a priori) di scelte alternative,
mentre i metodi continui fanno riferimento a un insieme incommensurabile e,
pertanto, non perfettamente identificabile di scelte alternative.
2) Multi-person
contro single -person evaluation
Nel caso di un problema di valutazione di tipo
multi-person è in generale impossibile assumere in maniera non ambigua dei
trade-offs conosciuti a priori, cosicché può essere assicurata una certa flessibilità
che risulta molto importante nell' articolazione dinamica delle preferenze e
nelle procedure di negoziazione. Nel caso di single-person evaluation è spesso
più facile specificare le politiche prioritarie.
3) Identificazione contro selezione delle alternative.
In alcuni problemi di valutazione è solo
necessario identificare un insieme limitato di ragionevoli (o spesso solamente
soddisfacenti) possibilità di scelta, mentre in altri casi le domande richiedono
una chiara selezione delle singole alternative. Nel primo caso è sufficiente
trovare un insieme Pareto efficiente di soluzioni per le quali il valore
dell'obiettivo di una determinata politica non può essere migliorato senza
ridurre il valore del criterio concorrente.
4)
Procedure di valutazione di tipo Single
step contro procedure di tipo Multi
step
La procedura di valutazione a single step da per
scontato che un dato problema di valutazione possa essere risolto
immediatamente, mentre la procedura multi step considera un carattere del
processo per la valutazione (ad es. il meccanismo di apprendimento, le
aspettative adattive).
5) Soft
information contro Hard information
I problemi di soft information sono quelli che
sono caratterizzati da informazioni di tipo non metrico. (ad esempio dati
ordinali, informazioni qualitative). I problemi hard invece sono basati su
informazioni quantitative (Cardinali). Un caso intermedio può essere quello
dell'informazione mista dove convivono i due tipi di dati simultaneamente.
I principali lavori sull'analisi multicriteri
sono: Isard e Smith(1982), Nijkamp 1980, Rietveld (1982), Voogt ( 1983). In
tutti i casi comunque le procedure multicriteriali sono costituite da due tipi
di informazioni: La matrice di effect score
e il vettore dei pesi o delle preferenze. Nella matrice troviamo la
stima numerica dei più rilevanti impatti di un insieme di scelte alternative,
nel vettore troviamo la stima numerica della relativa priorità connessa con
ciascun criterio di decisione.
Le informazioni relative alle priorità possono
essere espresse secondo diversi metodi: mediante ordinamento lessicografico,
fabbisogni minimi, livelli di aspirazione, sistemi di ponderazione.
generalmente il modo più utilizzato è quello dei pesi.
3.- Caratteristiche
essenziali dell'analisi multicriteri
Come
noto, l'analisi costi-benefici é basata essenzialmente sulla ricerca della
massimizzazione di una funzione obiettivo, grazie alla quale si può stabilire
quale sia l'azione migliore tra tante, tutte ugualmente possibili. La
definizione di "azione migliore" viene quindi data basandosi su un
unico criterio di scelta rappresentato da una funzione f - chiamata funzione obiettivo o funzione di utilità - che associa
ad ogni azione un numero (a é meglio
di b se f(a)>f(b)). Il problema di scelta diviene così un problema posto
in termini strettamente matematici, risolvibile una volta che si sia verificata
l'esistenza e l'unicità della soluzione.
Ma il
vantaggio che sicuramente deriva da una corretta e relativamente semplice
formalizzazione matematica diviene poco utile se si pensa che, nelle
applicazioni concrete, un unico criterio di valutazione non sempre considera
tutte le informazioni necessarie per una scelta che sia il più conforme
possibile alla realtà. Da tale sostanziale considerazione derivano, in effetti,
tutti i problemi sia di tipo "etico" (che riguardano cioé i giudizi
di valore), sia di tipo pratico.
Nell'analisi multicriteri vengono invece
presi in considerazione diversi criteri simultaneamente. In generale, sulla
base di tale analisi, non esiste un'azione che sia migliore di tutte le altre,
in relazione a tutti i criteri considerati; per tale motivo il concetto di
"scelta ottimale" - punto cardine dell'analisi costi-benefici - non ha
molto senso nell'analisi multicriteri.
Bisogna
comunque dire che tale aspetto, che appare come un punto di forza dell'analisi
multicriteri, rappresenta nel contempo un suo punto di debolezza: prendere in
considerazione molti differenti criteri é certamente più vantaggioso dal punto
di vista dell'applicazione reale, ma comporta grosse difficoltà per quanto
riguarda la formalizzazione matematica. L'analisi multicriteri non può fornire
una soluzione oggettiva e univoca, in quanto é praticamente impossibile che una
stessa azione sia considerata la migliore in relazione a tutti i criteri
simultaneamente.
La
moderna metodologia di analisi multicriteri, lungi dal fornire "verità
rivelate" al decisore, lo supporta nell'attività decisionale
tracciandogli una via che gli consenta
di raggiungere le proprie determinazioni in maniera sistematicamente coerente
rispetto a suoi obiettivi e ai suoi valori, dandogli il modo di manipolare la
massa dei dati a disposizione, malgrado la loro complessità.
Bisogna
pure tenere presente, per una più profonda comprensione della materia, che
l'analisi multicriteri é una tecnica estremamente giovane, la quale deriva
essenzialmente da problematiche reali di varia natura e che si estrinseca in un
insieme di metodologie diversificate e non ancora omogeneizzate in una comune
base teorica. La ricerca più recente sta colmando il divario tra empirismo e
sistematizzazione teorica nell'ambito di tale tipo di analisi.
4.-
Dalla "scelta ottima" alla "scelta giustificata"
Come si
é detto, il benessere sociale - nell'ambito dell'analisi multicriteri - non
dipende da un'unica variabile (che nell'analisi costi-benefici era il reddito),
ma da diversi fattori (ad es: l'equità distributiva, la qualità dell'ambiente,
le prospettive economiche, ecc.) che devono essere considerati e valutati dal
decisore. La nozione di valutazione, in tale ambito, può essere definita come
un'attività che si sviluppa in due tempi successivi, seppur complementari: in
un primo momento devono essere ricercate quelle alternative che hanno una
rilevanza oggettiva; in seguito si passa alla loro stima, che consiste nel dare
un peso alle diverse alternative.
La
nozione di "scelta ottimale" non ha, in tale contesto, molto senso,
dal momento che vi sono diversi criteri di valutazione. In effetti, il
paradigma dell'ottimizzazione é stato ormai abbandonato in molti ambienti della
ricerca teorica e viene spesso criticato nella recente letteratura.
Dall'abbandono
del semplicistico concetto di ottimizzazione scaturisce il moderno approccio di
tipo multicriteriale, il quale si é inizialmente concretizzato nel cosiddetto
approccio della scelta
"soddisfacente". Secondo Herbert Simon, non é l'alternativa
"migliore" che deve essere raggiunta (anche perché potrebbe essere
oggettivamente impossibile raggiungerla), ma devono essere invece identificate
alternative che "soddisfano" un certo numero di standard
esplicitamente definiti.
Più di
recente, é emerso un altro tipo di approccio: le soluzioni scelte devono essere
"giustificate". Nell'analisi multicriteri, l'approccio della scelta "giustificata" assume
una particolare rilevanza: vedremo, infatti, che le decisioni finali dipendono
dalle condizioni iniziali poste dallo stesso decisore; é quindi importante che
tali decisioni possano essere definite e giustificate. Le informazioni
soggettive sulle scelte e sulle situazioni devono essere rese esplicite, in
maniera da poter essere soggette a pubblici dibattiti.
Ricapitolando,
abbiamo quindi i seguenti comportamenti che il decisore può adottare:
- comportamento ottimizzante (paradigma economico convenzionale del decisore);
- comportamento soddisfacente (paradigma comportamentale del decisore);
- comportamento giustificante (paradigma del decisore (politico) pragmatico).
Sebbene
la maggioranza delle tecniche di valutazione formale focalizzi l'attenzione sul
primo modello e, in larga misura, anche sul secondo, nella pratica politica le
tecniche di valutazione vengono spesso usate come un mezzo per giustificare
decisioni politiche (terzo modello), anche nel caso in cui queste ultime non
siano in accordo con i principi "ottimizzanti" o
"soddisfacenti".
5.- Gli
elementi fondamentali e i metodi dell'analisi multicriteri
Nell'analisi
multicriteri gli elementi basilari che entrano in gioco sono i seguenti:
- i decisori, che sono i
soggetti "politici" interessati alla valutazione;
- le alternative, ovvero gli
oggetti della valutazione e della scelta;
- le preferenze;
- i criteri, ovvero gli
elementi di giudizio che concorrono alla formazione della valutazione delle
alternative.
L'analisi
multicriteri utilizza una serie di metodi e concetti che derivano da diverse
teorie e metodologie scientifiche. Un tale insieme di metodi permette di
aggregare i diversi criteri di valutazione con lo scopo di selezionare una o
più "azioni". Ma i singoli metodi possono essere diversissimi tra
loro in funzione del background teorico al quale si ricollegano. In effetti,
l'eterogeneità dei metodi si presta alla risoluzione dei più svariati problemi,
e tale eterogeneità corrisponde ed é funzionale alla stessa eterogeneità delle
multiformi problematiche riscontrabili nella realtà.
Un
primo caso di sviluppi nella moderna teoria multicriteriale é dato dalla teoria dell'utilità, la quale - dopo le
sue evoluzioni nel campo dell'economia classica e neoclassica e dopo il suo
coinvolgimento nell'analisi costi-benefici, é sfociata nella moderna teoria dell'utilità multiattributi.
Da
un'altra teoria, quella del benessere
sociale, derivano alcuni metodi che utilizzano recenti sviluppi della
programmazione lineare, come quello di Marcotorchino e Michaud.[1]
Altri metodi, come l'Electre I (Roy,
Ostanello-Borreani) sono alla base di importanti concetti della teoria di
supporto alla decisione multicriteri, come la relazione di surclassamento e l'incomparabilità.
Dalla
teoria della misurazione psicofisica,
che tratta della modellizzazione matematica delle valutazioni sensitive umane,
é derivato il concetto di semiordine.
Esso é utilizzato in analisi multicriteri in quanto consente la
rappresentazione di situazioni nelle quali l'indifferenza non é transitiva a
causa di fenomeni di soglia percettiva.
La
ricerca operativa e la programmazione matematica si sono sempre
trovate a fronteggiare la complessa questione di individuare una particolare
funzione-obiettivo, relegando però alcuni aspetti delle preferenze nell'insieme
dei vincoli. Una risposta pragmatica a tale questione é stata data dal
cosiddetto approccio della "programmazione
per obiettivi".[2]
In questo campo si sono sviluppati altri concetti e metodi, come il concetto di
soluzione efficiente ed i connessi metodi per trovare l'insieme di soluzioni
efficienti, i metodi interattivi per trovare una soluzione efficiente di
compromesso, ecc.
Teorie
sull'analisi dei dati e sulla graduazione multidimensionale sono state
elaborate di recente in relazione allo studio di dati qualitativi (sovente
ordinali).[3]
E' stato sviluppato un modello (la funzione
del valore additivo) che consente un qualche ordinamento olistico di
alternative. Ai fini della stima dei parametri di tale modello sono stati
proposti metodi di regressione (metodi UTA
e PREFCALC).[4]
6.- L'insieme delle
azioni
Nell'analisi multicriteri la procedura
decisionale sfocia, normalmente, nell'effettuazione di una scelta tra diversi
elementi che il decisore si trova ad esaminare e a valutare tramite una serie
di criteri. Tali elementi vengono detti azioni
e fanno parte di un insieme: l'insieme
delle azioni.
Diamo una definizione di questo
concetto. L'insieme di azioni A é l'insieme di oggetti (ad es.,
oggetti da acquistare o da produrre), provvedimenti (ad es., leggi o decreti),
candidati (da selezionare per ricoprire certe posizioni), azioni (azioni in
senso stretto, da intraprendere per realizzare certi progetti o certe
politiche), o quant'altro sia oggetto di scelta da parte del decisore.[5]
Se A é finito e abbastanza piccolo (da rendere possibile una agevole
enumerazione degli elementi che contiene), allora viene rappresentato da una
lista dei suoi stessi elementi; se invece l'insieme A é infinito (o é finito, ma comunque troppo grande per permettere
una agevole enumerazione dei suoi elementi), allora può essere rappresentato
mediante le proprietà di cui godono i suoi elementi.
Non é sempre possibile, comunque
- a causa della complessità dei problemi di decisione - definire a priori
l'insieme A. E' possibile cioé che
gli elementi di A si concretizzino
man mano che l'analisi procede. L'insieme A
può quindi essere:
- stabile, se é definito a priori
e non subisce modificazioni nel corso della procedura decisionale;
- evolutivo, se può essere
modificato nel corso della procedura.
Inoltre é possibile che A sia:
- globalizzato: quando la scelta
di ogni elemento di A esclude ogni
altro;
- frammentato: quando i risultati
della procedura di decisione consistono in combinazioni di diversi elementi di A.
La definizione di A non solo dipende dallo specifico
problema che deve essere risolto e dai soggetti coinvolti nella procedura di
decisione, ma interagisce fortemente anche con la modellizzazione delle
preferenze, la definizione dei criteri, l'enunciazione del problema, e infine
con la scelta dei metodi di aiuto alla decisione che vengono applicati.
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[2] Per i goal programming models si veda: S. M. Lee, Goal Programming for Decision Analysis, Auerbach, Philadelphia, 1972.
A. Charnes and W. W. Cooper, "Goal Programming and Multiple Objective Optimisation", European Journal of Operations Research, 1, 1977.
J. Spronk, Interactive Multiple Goal Planning for Capital Budgeting and Financial Planning, Martinus Nijhoff, Boston/The Hague, 1981.
[3] P. Batteau, E. Jacquet-Lagréze and B. Monjardet, Analyse et Agrégation des Préferences dans les Sciences Sociales, Economiques et de gestion, Economica, 1981.
[4] Per il metodo UTA si veda E. Jacquet-Lagréze and J. Siskos, "Assessing a Set of Additive Utility Functions for Multicriteria Decision making, the UTA Method", European Journal of Operational Research, (vol.10, n. 2), 1982.
Per il metodo PREFCALC si veda: E. Jacquet-Lagréze, "PREFCALC: évaluation et décision multicritére", in Revue de l'utilisateur de IBM-PC 3, 1984.
E. Jacquet-Lagréze, "Interactive Assessment of Preferences Using Holistic Judgments: the PREFCALC System. In Readings in MCDA, C. Bana e Costa (a cura di), Springer-Verlang, 1990.
[5] Come si vede, il termine azione assume, nell'espressione insieme di azioni, una valenza estensiva che - oltre a ricomprendere una serie di elementi eterogenei - ricomprende se stesso nel suo significato proprio più ristretto.